Durante la Prima guerra mondiale (1915-18), Thiene divenne dal monte Pasubio al Grappa il più importante centro di rifornimenti per l’esercito italiano. Nel 1916, dopo la grande offensiva degli Austriaci, che occuparono Asiago, Monte Cengio, Monte Cimone, Arsiero e molte altre località, la nostra cittadina e dintorni vennero dichiarati zona di guerra. Durante una sosta a Thiene del Re Vittorio Emanuele III e del generale Cadorna, comandante supremo dell’esercito italiano, venuti ad ispezionare il fronte, coincidenza volle che aerei austriaci, sorvolando Thiene, gettarono una bomba alla stazione ferroviaria. Questo fatto scatenò la caccia alle spie. Tutti i soldati di stanza a Thiene, nei vari servizi ausiliari, quindi in maggioranza anziani e i carabinieri vedevano spie in ogni luogo. Il padre del capitano comandante l’importante comando tappa di Thiene, venuto a trovare il figlio, fu visto vestito sportivamente in piazza e portato al comando perché creduto una spia. Fu subito rilasciato con molte scuse. Alla Conca le chiese di San Rocco e San Gaetano furono chiuse ai fedeli e adibite a depositi di munizioni. Una mattina fu trovata una scala vicino a una finestra della chiesa di S. Gaetano in Conca, e si sparse subito la voce di un attentato. 95Ma forse era stata adoperata per qualche lavoro o per la raccolta delle foglie per i bachi da seta, molto in uso a quei tempi. Un mattino il maestro della scuola elementare (Antonio Stella) passeggiando lentamente per via Corradini, si fermò con la pipa in bocca, dinanzi alla casa di Savio Isidoro ad ammirare l’antico palazzo dei Conti Thiene, divenuto proprietà della contessa Cornaggia. Di fronte all’edificio, recintato da mura, anni or sono vi era un ampio e maestoso portone, dove due carabinieri vigilavano poiché nel palazzo ci stava un importante comando militare. Il buon maestro, ottimo cittadino e buon italiano, alto e robusto, aveva attirato il sospetto delle sentinelle, una delle quali lo avvicinò chiedendo generalità e documenti. Il povero uomo impacciato non sapeva come liberarsi dalle continue domande, fortuna volle che uno scolaro della Conca passando vicino salutasse e chiamasse per nome il suo maestro, questo bastò per convincere il carabiniere a lasciare in pace l’onesto cittadino.

LE SPIE ALLA CONCA?

Ricordiamo un altro episodio per confermare la psicosi creata a riguardo le spie nella prima guerra mondiale. In via De Muri una sera era da poco entrato in una famiglia un soldato, quando sentirono bussare alla porta. Venne aperto subito ed entrò un capitano dei Carabinieri di stanza nel palazzo dei Conti Thiene Cornaggia (ora del nostro Comune). Esso aveva seguito passo a passo il suo attendente fino a ritrovarlo con un bicchiere di vino in mano e un pacchetto di biancheria sotto il braccio che era andato a farla pulire, cose che facevano molti altri soldati. In quegli anni la disciplina era severa, l’oscuramento di tutte le luci alla sera era rigido e la ronda dei Carabinieri durava tutta la notte, le osterie e i bar chiudevano presto. Quando arrivarono le truppe Francesi ed Inglesi i loro poliziotti giravano di giorno e di notte e se trovavano qualche soldato un po’ brillo, lo portavano via con loro. Alla periferia nelle strade che entravano in città, sostava in permanenza il posto di blocco e non si entrava senza un foglio di riconoscimento. Pensiamo però che il fronte era vicino e che la disciplina era necessaria.

Questo articolo è tratto dal libro:

1984

Breve storia della Conca

...e del Patronato Maria Ausiliatrice© G. BarausseInfo ››