Don Renzo Rizzato
cari ricordi della Conca
Il primo incontro con la nuova Parrocchia della Conca
Era un sabato pomeriggio ed esattamente il 16 giugno del 1973, quando mi presentai con la mia vespa all’ingresso del cortile del Patronato della Conca, a Thiene. Il mio sguardo andò subito sul busto di don Pieretto Bonato, illuminato dai raggi del sole. C’era una discreta folla ad aspettarmi in maniera un po’ rumorosa. Ad un certo momento mi si presentò davanti un giovane che, a nome della gente che nel frattempo si era fatta silenziosa, lesse un foglio a voce alta dicendomi subito che non sarei stato per niente il benvenuto in Conca e che nessuno dei presenti gradiva la mia presenza in quella comunità. Non ero riuscito a seguire quel discorso perché pensavo che effettivamente quella comunità esprimeva, in quel momento, tutta l’amarezza per aver visto allontanare il loro sacerdote, don Luigi Rossato, cooperatore fin dal 1964, in maniera molto solerta. Don Luigi l’avevo conosciuto qualche anno prima ed avevo avuto modo di apprezzarlo molto quando ero animatore dei seminaristi che si trovavano presso il Collegio Vescovile. Sentivo dal di là delle mura del collegio la musica di serate straordinarie che vedevano la presenza di cantanti tra i più noti e che, richiamando gente anche da lontano, riempivano il Palazzetto dello Sport all’inverosimile. Don Luigi mi invitava spesso con i ragazzi a fare il tifo per le squadre della Robur durante le partite di pallacanestro o di hockey. Per noi, che non avevamo nessuno svago, quei momenti erano una grande festa. Del resto come potevo pensare di prendere il posto di un sacerdote come don Luigi, molto amato da tutti non solo perché lo vedevano come il loro porta bandiera e difensore, ma anche per le opere che era riuscito a realizzare in quell’angolo di Thiene? Ricordo che entrai nella chiesetta di San Gaetano con timore e tremore sottolineando, nella breve omelia, che venivo come amico di don Luigi e ancora mandato dal Vescovo a mettere un po’ di pace tra il Duomo e il quartiere della Conca.
Ricordo che usai l’immagine di uno che veniva in mezzo a loro come “asinello obbediente” che arrivava per condividere la loro vita e la loro fede. Tra la gente presente vidi alcune persone che mi erano venute a trovare nel Seminario di Tencarola per parlarmi della situazione difficile che si era andata creando in quei mesi nel quartiere. Erano preoccupati che non succedessero momenti di tensione. Ho capito nelle settimane successive quanto la comunità stava perdendo con il trasferimento di don Luigi e quanto poco potevo donare io personalmente visto che venivo da tre anni di cappellano alla Madonna Pellegrina di Padova dove avevo incontrato don Angelo Rigoni che, da lì a poco tempo, sarebbe stato l’Arciprete del Duomo di Thiene. Negli anni precedenti avevo vissuto cinque anni come animatore dei seminaristi: tre presso il Collegio Vescovile di Thiene e due presso il nuovo Seminario Minore di Tencarola.
La vita in Patronato
Giorno dopo giorno mi sono reso conto della vita che pullulava presso il Patronato e soprattutto nel Palazzetto dello Sport. Sono stato avvicinato fin dai primi giorni della mia permanenza dalla Capo Scout che mi presentò il suo gruppo scout femminile che, giorno dopo giorno, cresceva di numero. Per loro c’era una sede nel seminterrato del Patronato Anna Rossi ved. Saugo dove già convivevano la Scuola Materna gestita dalle Suore Dorotee e la Scuola Professionale a quei tempi ancora gestita dalla Parrocchia del Duomo. La vita del gruppo scout veniva vissuta in maniera assai vivace con uscite frequenti e talora assai impegnative. Ricordo la prima uscita fatta il 3 ottobre 1973 per ricordare San Francesco, presso la Montanina di Velo d’Astico. Un’altra esperienza molto significativa fu quella di andare con il gruppo scout a trovare don Luigi Rossato che si trovava presso una caserma di Trieste come Cappellano Militare.
Con l’inizio del nuovo anno scolastico 1973/74 ripresero in maniera abbastanza serena tutte le attività spirituali, partendo dalla catechesi. La vita parrocchiale Negli anni successivi, per i campi estivi per i ragazzi, si è pensato di ritornare tra i boschi di Carbonare, nel trentino, usufruendo delle tende che si trovavano in patronato. A prepararci il pranzo durante i campi, aveva dato la sua disponibilità un uomo molto gentile e bravo che faceva di tutto perché non ci mancasse nulla. Per i campi del gruppo scout femminile ci siamo messi alla ricerca di un luogo idoneo, girando per
le montagne, entrando in parecchi Municipi Comunali per avere indicazioni di luoghi idonei dove piantare le tende. Dopo lunghe ricerche, nel 1976 abbiamo trovato a Tonadico, una frazione di Fiera di Primiero, ai piedi di un castello diroccato, “Castelpietra”, una baita che un tempo era servita come stalla, con il fienile ed un piccolo spazio per la cucina. La gente della Conca si mise subito al lavoro per rendere l’ambiente il più possibile accogliente, trasformando quel piccolo e umile luogo in un ambiente tra i più amati dalle nostre scout e in seguito molto ricercato dai ragazzi e dalla gente della Conca.
La Conca diventa finalmente Parrocchia
La gente desiderava, fin dalla mia venuta, che la Conca acquistasse la propria autonomia religiosa dalla Parrocchia del Duomo. Molte volte io stesso espressi al Vicario Generale, mons. Alfredo
Magarotto, il desiderio vivo di indipendenza. Tale richiesta fu più volte rifiutata per paura che la gente non fosse ancora preparata a fare questo passaggio. Finalmente, alla fine del 1979, il passo venne fatto assieme a tutte le altre Comunità di Thiene. Ritengo doveroso far conoscere come venne dichiarata parrocchia la Comunità della Conca che fino a quel momento dipendeva, per quanto riguardava l’amministrazione di tutti i sacramenti, dalla Parrocchia unica del Duomo.
Ecco il documento con il quale anche la Conca venne dichiarata Parrocchia:
Padova, 28 dicembre 1979
Tenute presenti le particolari circostanze che consigliano la concessione a favore di don Renzo Rizzato, Parroco della Conca (Beata Vergine Maria Ausiliatrice) della dispensa dal rito
fissato in questa Diocesi per la immissione in possesso dei benefici parrocchiali, in virtù della norma contenuta nel 1444 par. 1 del Codice di Diritto Canonico
CONCEDIAMO
al Molto Rev.do don Renzo Rizzato la dispensa dal rito della immissione in possesso e stabiliamo che tale dispensa ha effetto dal giorno 1 gennaio 1980. Da tale data il beneficio parrocchiale della Conca è da considerarsi “pieno” a tutti gli effetti. L’ordinario diocesano mons. Alfredo Magarotto.
Cosa mi ha insegnato il Quartiere della Conca
Ricordo che alla sera i giovani che si ritrovavano in patronato amavano discutere con il sottoscritto. Ho imparato a mettermi in ascolto di tutti, facendo tesoro delle loro osservazioni. Il dialogo
aperto e rispettoso mi ha permesso di capire la gente, di rendermi conto delle fatiche che la gente faceva per andare avanti. Ho cercato di mettermi accanto alle persone senza pretendere di insegnare ma di ascoltare e di voler loro bene, sempre, anche se qualche volta non riuscivo a condividere certe opinioni. Anche presso il bar all’angolo di Piazza Martiri, trovavo sempre tante persone che amavano chiacchierare e farmi conoscere che cosa significava per loro la Conca. Mi risuonano ancora alla mente affermazioni come queste: “noi Concati siamo povera gente, siamo anche comunisti, ma ci sentiamo sempre tanto uniti. Siamo capaci di aiutarci e di essere solidali soprattutto con coloro che sono più poveri e bisognosi di noi. Se abbiamo fatto delle dimostrazioni perché don Luigi non ci abbandonasse, non l’abbiamo fatto soltanto perché era un prete, ma soprattutto perché era un uomo che ci voleva bene, ci difendeva sempre e voleva che anche noi raggiungessimo uno stile di vita che avevano tanti altri che abitavano il centro città”. A quel tempo, infatti, andavo a visitare famiglie nelle quali in casa non c’era ancora acqua potabile o dovevano condividere i servizi igienici con altre famiglie. In poco tempo la zona della Conca crebbe con nuove famiglie che trovarono residenze sempre più moderne e confortevoli. Passando in questi ultimi anni per le vie del quartiere si notano case e villini molto belli e signorili. Molte di queste case sono ancora abitate da famiglie della vecchia Conca e sono state messe su con grandi sacrifici e tanta buona volontà.