Nei primi anni del ‘900, nella parte inferiore di Thiene, l’abbandono in cui versavano i fanciulli era veramente grave e così si pensò di aprire, presso la Chiesa di San Girolamo, un Ricreatorio. Un Ricreatorio allora non era un’idea nuova, ma un bisogno sentito da tanto tempo, un sogno a lungo vagheggiato. Con l’autorizzazione dei proprietari di Villa Cornaggia, della Chiesa e dei terreni adiacenti, si è pensato di utilizzare la Chiesa e l’attigua casa come Ricreatorio.
Poiché all’esterno non c’era nessuno spazio che potesse essere utilizzato dai ragazzi per il loro svago, la Parrocchia si accordò con la famiglia confinante per uno scambio di terreno.
Il compianto don Domenico Alessio, sacerdote mansionario dei Nobili proprietari della Chiesa, ha sacrificato generosamente a questo scopo parte del suo orto e brolo addossati alla casa, permutandoli con il terreno adiacente alla strada, all’angolo fra via San Gaetano e via dei Quartieri, più adatto e più comodo da adibire a cortile. Purtroppo la sua morte troncò l’opera iniziata con tanto zelo e tanto sacrificio.
Nel 1922 un Sacerdote pieno di buona volontà e di premura venne inviato dalla Parrocchia del Duomo alla Chiesa della Conca. Era don Pietro Bonato il quale intravvide subito i bisogni di quel popoloso Rione, il più povero della Città, e desiderò completare l’opera a vantaggio dei giovani.
E quanto bene si poteva fare se vi fossero stati i mezzi! Intanto occorreva subito qualche migliaio di lire per dissodare il terreno (era terreno agricolo) e chiuderlo con un muro di oltre 80 metri di lunghezza, lavoro indispensabile per iniziare la costruzione del Ricreatorio. Occorrevano anche alcune stanze e una tettoia per la ricreazione, ma la cassa era vuota e c’era ancora qualche debito da saldare. La cucina, il corridoio e il salotto della canonica di don Pieretto vennero utilizzati per gli incontri con i giovani e per la Dottrina Cristiana.
Nel 1924 sono iniziati i lavori grazie a qualche anima generosa che si è fatta carico della spesa e così in tutta la Parrocchia è iniziata la raccolta di offerte per le spese del futuro ricreatorio (si protrarrà per vari decenni), ed è stata attivata anche una lotteria.
Dopo la costruzione di due povere stanze, del muro di cinta e di una tettoia messa su da volonterosi giovani (quattro pilastri, alcune vecchie travi e il tetto in coppi), si è deciso di intitolare il Ricreatorio al Glorioso nome di “Sant’Antonio di Padova” per distinguerlo da altri Ricreatori presenti nel territorio. Lo stesso anno il Vescovo fece visita ai bambini della Dottrina interrogandoli e raccomandando loro la frequenza.
Il 7 agosto dell’anno seguente in Ricreatorio è stata organizzata una serata di beneficenza con interessanti trattenimenti di illusionismo che suscitarono molto interesse nei giovinetti e, nello stesso tempo, furono di utilità finanziaria.
Il 13 giugno 1926, festa di Sant’Antonio, è stata effettuata una devota processione nel cortile recando in trionfo, tra una nuvola di gigli, la statua del Santo, preceduta da oltre 200 giovani della Conca e seguita da una folla di devoti.