E’ finito l’anno scolastico per la felicità degli alunni ,meno per la gioia dei genitori che lavorano e s0no preoccupati per i figli: a chi affidarli?
Alcune scuole si sono organizzate con grest o corsi , altre no. Alcuni nonni si sono resi disponibili, ma pianificare la giornata per i nipoti non è tacile anche perché i telefonini l’hanno vinta su tutto. Si va alla ricerca di altre attività provvisorie con incertezze per la validità e i costi.
Ricordo con nostalgia quando ai miei tempi andavo in Patronato dalle suore in Conca. Non occorrevano iscrizioni, non c’era distinzione fra poveri e ricchi, fra intelligenti o meno, fra grandi e piccini, ma solo voglia di frequentare il Patronato.
Certamente eravamo dalla mattina alla sera sotto lo sguardo attento delle suore che spesso giocavano con noi. C’era il momento della preghiera, l’incontro di dottrina, ma quante ore passate a giocare all’aperto: a palla guerra. a nascondino, a rincorrersi, oppure con le palline di terracotta o di vetro, e con vari giochi in scatola. Quanti canti in allegria e quante scenette di teatro che ripetevamo nelle feste natalizie al Nordera per portare un po’ di gioia ai ragazzi di quell’istituto. Quante confidenze fra ragazze, anche tanti scontri che servivano però a rafforzare la nostro personalità, quante discussioni e sogni che ci aiutavano a crescere e a socializzare.
Beati Patronati sempre aperti a tutti grazie ai tanti religiosi che seguivano i ragazzi con pazienza e amore.
Quanto è vero! Mancano i patronati sempre aperti e accoglienti…ci sarebbero meno cellulari e più chiacchiere spensierate.