La villa Marchesi Mangilli Cornaggia, già antica abitazione dei Conti Thiene ed in seguito dei Cornaggia, si trova in posizione centrale all’interno del quartiere della Conca ed è comunemente conosciuta con il nome di Collegio Vescovile.
Il Collegio Vescovile di Thiene, concepito dalla mente e dal cuore di un grande Vescovo, mons. Giuseppe Callegari, che trovò largo consenso di vedute e di collaborazione nell’Arciprete di Thiene mons. Giovanni Battista Dell’Eva, ha iniziato l’attività il 19 novembre 1888 nel palazzo successivamente sede dell’Istituto Medico Pedagogico Nordera in via Mulini Zamboni, attualmente via De Muri Grandesso. Rimase in quella sede fino al 1907 per essere trasferito nella villa delle Dame Inglesi al Barcon nel comune di Sarcedo, ai confini di Thiene, appositamente acquistato quale sede più comoda e salubre.
Nel dicembre del 1919, dopo l’acquisto del complesso dai proprietari Ranzolin da parte dell’Istituto Missioni Africane, la Scuola Apostolica di Verona venne spostata a Villa Cornaggia dove rimarrà fino al 1926, quando è stata acquistata una casa con un vasto terreno in via Dante: Casa Pagello.
Dal 1927, anno di acquisizione da parte della Curia di Padova, il complesso di villa Cornaggia, che si estende per oltre 30.000 metri quadrati, è stato utilizzato per moltissime attività scolastiche, sociali e ricreative.
Subito dopo sono iniziati importanti lavori di ristrutturazione di tutta la proprietà.
C’era un bellissimo viale alberato che partiva da un cancello posto di fronte a quello della famiglia Binotto in via S. Gaetano ed andava fino all’attuale via Vanzetti. In seguito il cancello è stato eliminato, è stata allargata la strada che era molto stretta è stato costruito il nuovo muro di recinzione di tutto il grande complesso che era compreso fra via Corradini e la Scuola Casearia, da via S. Gaetano alla proprietà Ranzolin (oggi via Vanzetti).
Gradualmente il muro è andato via via demolito: nei primi anni ’80 in via Corradini per allargare la strada ed in seguito in via Vanzetti per far posto alle nuove costruzioni.
Durante la guerra, dal 1943 al giugno del 1944, una parte del fabbricato è stata requisita per far posto al Ministero dell’Agricoltura e delle Foreste della Repubblica Sociale Italiana, con un centinaio di impiegati arrivati da Roma ed altrettanti assunti sul posto. Successivamente furono tutti trasferiti ad Erba, in provincia di Como.
Altri locali furono occupati da Militari Tedeschi e della X^ MAS. Alcune aule (compresa la 5^ preparatoria con il maestro Thiella) del Collegio, durante tale occupazione, furono trasferite nelle aule della scuola di Dottrina Cristiana dell’Oratorio Sant’ Antonio (in seguito denominato Patronato Maria Ausiliatrice).
Subito dopo il trasferimento, il Collegio Vescovile è divenuto luogo di costituzione e di incontro della Formazione Partigiana Brigata Mazzini che ebbe nell’anno seguente moltissima importanza nella lotta antifascista di tutta la zona.
Dal 1928 al 1954 è stato sede di una importante attività scolastica (5^ preparatoria per essere ammessi alla scuola media, medie, ginnasio, liceo classico e scientifico) da cui sono usciti migliaia di giovani che hanno influito positivamente, grazie ai valori e agli insegnamenti ricevuti, nella vita economica, sociale e politica della nostra città. Gli studenti che frequentavano il Collegio Vescovile, unica scuola media e superiore per i maschi della zona, erano provenienti da una vasta zona dell’Alto Vicentino e dell’Altopiano di Asiago (spesso gli spostamenti dei ragazzi avvenivano in bicicletta perché le corriere erano pochissime). Al suo interno c’erano 180 convittori e ben 400 studenti esterni.
Un grande sfregio è stato quello, alla fine degli anni ’50, di abbattere il bellissimo porticato che guardava a sud con una lunga fila di colonne che partiva da via Corradini e, attraversando tutto il cortile, si innestava nel corpo del grande fabbricato: era l’entrata alla scuola degli studenti. Sul retro del portico erano state ricavate alcune stanze adibite a palestra per gli allievi ed un teatro che veniva usato anche quale sala riunioni.
Nel 1954 sono state trasferite dal Seminario del Barcon di Sarcedo la quarta e la quinta ginnasio. Nel 1958 ha cessato di funzionare il Collegio Vescovile per gli studenti esterni dopo un settantennio di vita gloriosa.
L’edificio è diventato sede del Seminario Minore della Diocesi di Padova, dopo il trasferimento anche delle altre classi e la chiusura del Barcon.
Il grande appezzamento di terreno, delimitato da un alto muro, fino agli anni ’50 veniva coltivato dalla famiglia Maran di via S. Filippo Neri ed in seguito da Domenico (Meni) Barbieri di Rozzampia e da Giuseppe Cogo di Zanè, mentre la stalla, dove venivano tenute le mucche per avere il latte necessario agli studenti, l’orto, i maiali ed il pollame vario erano accuditi da Gianni Pastorello un operaio che viveva all’interno del collegio. C’erano vari filari di viti e moltissime varietà di alberi da frutto alcuni dei quali tuttora esistenti. Veniva usata anche la giassara (ghiacciaia), in parte crollata e recentemente restaurata. Nella spaziosa cantina di mattoni a volto posta sotto l’attuale biblioteca, utilizzata per conservare le provviste deteriorabili, dall’orto venivano trapiantate su uno spesso strato di sabbia molte piante di radicchio trevigiano perché sbiancassero prima di essere utilizzate in cucina. Varie signore erano addette alla lavanderia, al guardaroba ed alle pulizie; alcune provenivano da Rozzampia.
Il 5 ottobre 1970 è stato inaugurato il grandioso Seminario Minore a Tencarola di Selvazzano Dentro, in periferia sud ovest di Padova, con il conseguente trasferimento di tutte le classi e la chiusura del Collegio Vescovile.
Lo stesso anno è stata aperta la mensa comunale e nel 1972 il Comune ha acquistato dalla Curia di Padova il terreno retrostante (mq 23500) per la costruzione della scuola A. Ceccato per ragionieri e geometri; nel 1973 sono stati trasferiti nell’edificio l’Istituto Musicale e le sedi di varie associazioni, nel 1975 si è insediato il coro Città di Thiene.
Nel 1978 tutto il complesso è stato acquistato dal Comune e nel 1986 è stato inaugurato il nuovo padiglione fieristico: il precedente, in legno, uno dei padiglioni della Fiera di Vicenza che si svolgeva ai Giardini Salvi, ceduto alla città di Thiene, era crollato a causa della grande nevicata del 1985.
Nel 1990 tutto il fabbricato sul retro del palazzo, che una volta era adibito a stalla e che era abbandonato da molti anni, è stato dato in uso dall’Amministrazione Comunale all’Associazione Alpini affinché ne ricavasse la propria sede: grazie alla loro buona volontà, tutto il complesso è stato restaurato compresa l’area esterna.
Nel 2000 si sono insediati gli uffici dell’Agenzia delle Entrate e nel 2001 anche l’associazione del CAI Club Alpino Italiano ha trovato nel complesso la sua sede idonea.
Nel 2004, dopo la costruzione del nuovo fabbricato per l’Istituto Tecnico Statale e la chiusura della mensa, il grande complesso è stato in parte ristrutturato, ricavando, a seguito del rifacimento completo e di un accurato restauro della parte centrale del fabbricato, la pregevole e funzionale biblioteca cittadina inaugurata nel 2007.
La biblioteca è molto ampia (1500 mq.) ed è dislocata su quattro piani, dove trovano posto varie sale disponibili per la lettura, incontri, area bambini, zone studio e postazioni per il collegamento ad internet. È frequentata ogni giorno da moltissime persone. Con i suoi 55.000 volumi essa rappresenta una delle realtà culturali più importanti e significative della Città di Thiene ed è un vanto per il quartiere della Conca ospitarla. Gli iscritti sono 23.000 e i prestiti annuali 135.500.
Rimane da completare la ristrutturazione, in parte già eseguita, della villa vera e propria, la più prestigiosa. È auspicabile che la ristrutturazione possa essere fatta al più presto con la realizzazione di una decorosa Pinacoteca (attualmente in un salone del Teatro Comunale e praticamente inaccessibile al pubblico che può accedere solamente in occasione di spettacoli).
Sarà un importante investimento, ma tutto il complesso lo merita.
Un simpatico aneddoto che la gente ricorda e racconta…
La contessa che abitava nel palazzo, aveva l’abitudine di uscire con el biròcio (calesse): il suo cocchiere era Luigi Binotto di via S. Gaetano il quale era anche il falegname che eseguiva le manutenzioni all’interno della dimora. Nei pomeriggi d’estate, per poter riposare indisturbata, dava l’ordine alla sua servitù di battere con delle lunghe pertiche gli alberi vicini all’abitazione per far ammutolire le cicale. Alla sua dama di compagnia che la pregava di offrire qualcosa da mangiare alla poverissima gente della Conca rispondeva: “ma se non hanno nulla di’ loro di mangiare pane e salame” (la contessa infatti, quando non desiderava farsi preparare il pranzo normale, mangiava volentieri pane e salame).