Ma il diavolo vedeva di malocchio i progressi e le iniziative per strappare tanta gioventù dalla strada perversa, e così tentava di ostacolare le iniziative, per mettere in cattiva luce i Dirigenti.
Don Pietro nei primi anni organizzò una gita all’Angelo di Piovene, facendo trasportare i ragazzi con quattro carrette tirate da cavalli (autobus a quel tempo non c’erano). Nel ritorno proprio nel
centro di Thiene, un cavallo imbizzarrito ruppe le briglie mettendosi, con terrore a correre all’impazzata da un lato all’altro della strada presso le vetrine dei negozi. I ragazzi fecero in tempo a gettarsi dalla carretta senza farsi gran male; tutti dicevano che Maria Ausiliatrice li aveva protetti.
Il ricreatorio si sviluppa
I giovani aumentano, vengono dal Bosco, dalla Conca, da Rozzampia, Corso Campagna, Via Dell’Èva, da S. Rocco… Durante la sera nella cucina stipata di giovani, D. Pietro racconta della bontà della sua mamma, come lo seguiva nelle pratiche di pietà e della dura vita dei suoi paesani, costretti a emigrare o vivere di contrabbando perché senza lavoro. Ricordava della sua vita militare, quando fu assegnato a lui un mulo che si chiamava « terribile ». Ma in modo particolare rievocava l’emozione e lo sgomento, quando durante la celebrazione di una S. Messa all’aperto, sopra un piccolo altare di fortuna, fu costretto a Comunicarsi subito dopo la Consacrazione e fuggire in fretta, a causa di un violento bombardamento nemico vicino a lui.
La sua fede e il senso del dovere
Una sera d’inverno nevicava e tirava vento, lo spazzaneve non aveva aperto le strade, il freddo era intenso. Un passante venne avvertire D. Pietro che l’anziano Curato di Rozzampia D. G. Pasqualotto era ammalato e lo pregava di recarsi al mattino seguente in una famiglia nella campagna, a battezzare un neonato ammalato. buon prete al calduccio della sua cucina con un gruppo di giovani, non trova pace, è pensieroso, e se stanotte morisse? Diceva. Attende che i giovani tornino a casa, meno uno che lo accompagna nella famiglia lontana. In località 4 strade, getta un sasso sul balcone del Padrino Balasso che presto lo segue verso Rozzampia. A mezzanotte fra una nidiata di bimbi che dormono, al chiaro di una candela, battezza il neonato e ritorna felice a casa lieto del dovere compiuto. Intanto la luna fa capolino fra le nubi, quasi, a volerlo ringraziare e illuminare la via del ritorno. Il giovane pretino aumenta sempre più la simpatia delle famiglie, per l’assidua assistenza agli ammalati e per l’impegno educativo dei giovani.