L’ Istituto Nordera di via Rasa ha iniziato la sua attività nel 1926, dopo l’acquisizione da parte del dottor Ettore Nordera del grande complesso che precedentemente ospitava il Collegio Vescovile trasferitosi in via Corradini. Era composto di svariati grandi edifici e l’entrata era ubicata in via De Muri, successivamente venne costruita quella verso piazza Scalcerle.
La sua denominazione era Istituto Medico Pedagogico Veneto ma veniva chiamato comunemente Istituto Nordera. Non era un ente benefico, le rette degli assistiti erano versate dalle famiglie, dalle Amministrazioni Comunali e Provinciali.
Dal dopoguerra fino agli anni ‘60 è stato gestito dall’ingegnere Sacchetto, genero di Nordera. L’amministrazione era diretta da Santo Zordan di Centrale. L’aspetto medico era curato dal dottor Giovanni Baron, medico thienese e Ufficiale Sanitario del Comune di Thiene.
Al suo interno venivano ospitati ragazzi e ragazze che erano quasi esclusivamente di due tipologie. Una era costituita da ragazzi senza famiglia o appartenenti a situazioni disagiate o sfortunate: orfani, figli di ragazze madri (come si diceva all’epoca) che non avevano mezzi per il mantenimento, oppure abbandonati dalla famiglia per i più diversi motivi. Per questi ragazzi l’Istituto fungeva da orfanatrofio.
L’altra tipologia era costituita da ragazzi provenienti da situazioni analoghe alla prima, ma con problemi di tipo psicologico, ritardi nello sviluppo, generalmente con importanti carenze affettive, senza però essere classificabili come soggetti psichiatrici. Qualcuno aveva anche problemi psichiatrici, ma erano di tipo minore. Si trattava di malattie non gravi.
In quegli anni non c’era un’adeguata assistenza medica specialistica: non c’erano psicologi, non c’erano medici qualificati, mancavano le assistenti sociali come oggi intese.
Tutti i ricoverati non avevano nessun contatto con l’esterno, anche perché tutta la grande struttura era una cittadella autonoma. Fino agli anni ’70 aveva pochi contatti con il mondo esterno ed era quasi autosufficiente: al suo interno veniva prodotto quasi tutto il fabbisogno alimentare che veniva poi preparato nelle grandi cucine dislocate nel seminterrato lungo via De Muri e dal quale molto spesso usciva un maleodorante odore. Lungo la stessa via c’era anche il forno per cuocere il pane. Per i bisogni quotidiani c’erano le lavanderie, le scuole e i laboratori per i ragazzi con handicap lievi.
Gli infermieri diplomati erano pochissimi e l’assistenza era effettuata da numerose suore e da personale, maschile e femminile, generalmente giovane, privo di preparazione specifica. Venivano denominati tutti infermieri mentre in realtà erano inservienti, qualcuno anche della Conca. Perlopiù erano persone fornite di buona volontà che svolgevano le proprie mansioni di assistenza con spirito di dedizione verso quei poveri ragazzi sfortunati.
Nel gergo comune della gente esterna, l’istituto era chiamato anche dai mati. Alla fine degli anni ’50 vi soggiornavano più di mille degenti. Vi potevano rimanere fino al compimento del diciottesimo anno di età e provenivano da tutte le regioni dell’alta Italia. Nel 1970 c’erano 34 suore (delle Dorotee di monsignor Farina) e 420 infermi.
Qualche ragazzino aveva stretto un po’ di amicizia con i ragazzi della Conca che abitavano a ridosso dell’istituto: uno di questi si chiamava Celeste ed era proveniente da Rovigo.
L’Istituto è stato operativo fino al 1980, poi tutto il vasto complesso, rimasto abbandonato per qualche tempo, nel 1983 è stato acquistato dal Comune di Thiene. Al suo interno ci sono due chiese sconsacrate: quella Delle Dimesse, dal lato di via De Muri, è molto bella, specialmente all’interno, ed è inutilizzata da moltissimi anni.
Nel tempo all’interno dell’ex istituto, che è stato oggetto di pochissimi interventi di manutenzione, hanno trovato posto molteplici attività: alcune scuole superiori, varie associazioni, le sedi del Consorzio di Polizia Locale, del Consorzio di Bonifica Medio Astico e quella centrale dell’ULSS, ampi parcheggi.
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Sono un ragazzo di 66 anni e negli anni 64-65 mi trovavo ospite dell’istituto. Ho trovato interessante queste notizie sull’istituto. Spero che rimanga risparmiato qualche edificio dove vi era l’entrata principale ove io trascorrevo gran parte della giornata e soprattutto la chiesa lì vicino ove nel 1964 feci la prima comunione. Grazie a coloro che hanno redatto questo articolo “L’istituto Nordera”. Ciao
Calogero di MI
Ciao Calogero, sono Gianni De Franceschi, lo scritto sull’Istituto Nordera che hai letto sul sito dell’amico Pietro, è tratto dal mio libro, pubblicato nel 2014, “La Conca racconta”, nel quale ho descritto tutti gli aspetti del mio quartiere, la Conca di Thiene, all’interno del quale c’era l’Istituto.
Siamo quasi coetanei, io ho 68 anni e per andare alle scuole elementari Scalcerle ed alle medie, passavo quotidianamente vicino all’Istituto perché abitavo poco lontano.
Ho avuto modo, negli anni successivi, di conoscere diversi ragazzi che vivevano all’interno. Spero che tu ti sia trovato bene a Thiene.
Da qualche decennio l’ex Nordera è di proprietà comunale e nel corso degli anni ha subito radicali cambiamenti.
Al suo interno è stato ricavato un grande parcheggio, nell’edificio all’entrata da molti anni hanno la sede gli uffici della Polizia Locale, le due chiese ci sono ancora anche se quella più vicino all’entrata è un po’ malandata. L’edificio principale è stato adibito per vari anni dagli uffici dell’ULSS Alto Vicentino e da vari altri uffici pubblici.
Il fabbricato interno fatto ad U, 3 anni fa è stato demolito per far posto ad un parco pubblico. L’altro edificio più a sud c’è ancora. Sul lato sinistro del complesso è stata costruita una nuova scuola professionale.
Tutta la popolazione di Thiene e specialmente quella della Conca ha un bel ricordo dell’Istituto perché era una grande struttura nel cuore della Città e vi lavoravano diverse persone.
Un cordiale saluto.
Ciao Calogero, sono Pietro dello staff di concaonline.it ti allego una foto che ho trovato in una rivista storica, (la foto è del circolo fotografico di Thiene) è possibile intravedere in lontananza la Chiesetta che accennavi nel tuo precedente commento.
Ciao a tutti io ho trascorso 3 anni fra botte e bucce di patate obbligati a mangiare con la pasta. E se non lo facevi ti davano da bere acqua con sale. Ho subito un operazione a una gamba per una botta ricevuta giocando al calcio. Mi ricordo che 2 suore mi tenevano la gamba sinistra mentre piangevo e il dottore mi fece un taglio. Mi ricordo solo che in quel momento ero svenuto. Quando volevamo andare in bagno ci buttavano le chiavi addosso. Ho cercato di scappare per ben tre volte. Vorrei tornare per poter cancellare tutto quello che ho passato e visto. Solo dio lo sa. Chiedo scusa per questo sfogo. Ruggiero pedico anni 65
All’interno dell’Istituto nel corso della sua decennale attività (dal 1909 al 1988), hanno vissuto migliaia di ragazzi/e. Lo scopo era quello di accogliere fanciulli con problemi famigliari o psichici, dare loro assistenza ed insegnare un mestiere affinché, nel momento della loro uscita dalla struttura (generalmente al compimento del diciottesimo anno di età) potessero vivere autonomamente. Purtroppo, alcune persone che operavano all’interno dell’Istituto avevano poca considerazione degli ospiti: venivano comunemente classificati come “deficienti” perché qualcuno aveva purtroppo la mente un po’ ritardata nello sviluppo, ma nella maggioranza dei casi erano ragazzi con gravi problemi famigliari alle spalle. Figli di ragazze madri (nel secolo scorso era considerato uno scandalo), figli di alcolizzati o semplicemente ragazzi provenienti da famiglie con gravi problemi economici. Non tutti gli operatori dell’Istituto avevano un comportamento corretto: spesso “maltrattavano” i ragazzi e questi, di conseguenza, tenevano un atteggiamento un po’ violento. Da qui si capisce lo sfogo dell’amico Ruggiero.
Grazie a tutti.
Ci sarebbe tanto da scrivere ma solo di verità vissuta in quel posto non basterebbe un libro.
Invio con piacere una mia foto con i miei compagni. Io sono quello di centro. 1970/73 tre anni passati.
Delle vicende dell’istituto, i cancelli venivano comunque aperti anche a visite organizzate da scuole, arrivarono anche la squadra di calcio del Milan con l’allenatore Nereo Rocco e i giocatori Gianni Rivera, Prati, Trapattoni, Schnellinger e tanti altri accolti con grande entusiasmo dai ragazzi. I giovani gruppi di A.C. del Patronato San Gaetano, all’inizio degli anni 70, giovani dai 17 ai 20 anni, avviarono una forma di attività sociale a favore dei ragazzi organizzando frequenti incontri, organizzando campeggi, stringendo rapporti di amicizia e specialmente dando vita all’attività delle case famiglia. Casa lavoro e amicizia erano obiettivi di don Antonino e dei suoi collaboratori per i giovani delle “case famiglia”
Ciao Ruggiero,
sono il responsabile del sito concaonline.it che gestisco assieme ad altri collaboratori. Grazie per la tua bella foto storica. Spero che tu possa ricordare anche i momenti felici dalla foto si evidenzia la felicità del gruppo di amici che sicuramente assieme giocavate al calcio; forse facevate anche qualche piccolo torneo? Non posso tralasciare di descrivere anche tutte quelle persone che hanno lavorato dentro l’Istituto Nordera in modo serio ed onesto. Tra questi anche un mio cugino, ora defunto che faceva il ciabattino ed altre persone ancora.
buona giornata
Ciao Pietro. Si ho anche dei bei ricordi ho conosciuto il mio primo amore si chiamava Bertoli Giordana. Ancora oggi ricordo il suo nome, ho avuto tanti amici e se devo essere sincero giocavo molto bene al calcio. Effettivamente facevamo dei tornei. Il caso ha voluto che all’età di 11 anni conoscessi il cugino della mia futura cognata. Lui si chiamava Angelo Calò. Era più grande di me ma abbandonato. Grazie di cuore. Ruggiero
Mi chiamo Cortesi Giacomo e sono stato ospite dal 58 al 73 del collegio Nordera e ricordo perfettamente sia i lavori utili in cucina ma anche le chiavi con il mandrino se ti comportavi male e anche quelle famose goccine che sapevano di liquirizia direttamente in bocca quando facevo il monello…così ricordo bene anche la maestra Clori e la mia compagna chiamata “Mafalda”…ho tanti anzi tantissimi ricordi…
Ciao Giacomo sono la maestra Clori!!!! Che piacere sentirti!!!!
Belloni la mia maestra che bello, mi ricordo anch’io della maestra Belloni dal 1968 al 1971…
Ricordo il nome di alcune suore. Suor Paola, molto anziana, suor Gemma, la superiora, la quale mi ricordo mi prese dalla classe mentre stavamo studiando con la maestra Del Pra Gianna. E mi portò in portineria e mi fece sedere su una sedia, di fronte a un tavolo e mi disse di fare le divisioni, io non ne volevo sapere ad un certo punto mi arrivò una sberla in faccia, io cercai di reagire ma furtivamente non lo feci… Comunque diventai il più bravo della classe.
Mi ricordo di un ciabattino, vagamente è come se la sua immagine volesse farsi vedere. Ricordo anche che per un periodo andai a imparare il lavoro di tessile sui telai. E un po’ anche a fare il fabbro.
L’Istituto ottenne meritati consensi per l’opera che veniva svolta fra i giovani ospiti ; istruzione elementare e quella professionale per l’apprendimento di un mestiere come calzolaio, sarto, fabbro, muratore, falegname, tessitore, ortolano, legatore di libri ed altre attività per i maschi; attività di cucito, sartoria, maglieria, cucina, lavanderia ed altre per le femmine.
ciao mi chiamo massimo barbierato ero di Rovigo anch’io ho lavorato sul telaio anche a fare il fabbro io sono stato lì negli anni 70 al 75 ho fatto anche il pane con il signor Cristofori Carlo non mi ricordo il nome della suora della cucina che mi voleva bene mi ricordo dell’insegnante Dal Pra ciao
Dal PRA gianna, oppure la sorella ciao un abbraccio forte
ciao Ruggero grazie x avermi risposto mi ricordo di un certo che si chiama Napoli lo prendevo in giro x il nome mi ricordo quando c’è stata la squadra del Milan io adesso vivo a este Padova ciao scusa se ho risposto in ritardo
Ero un bambino normale, come lo erano tanti altri. Sono entrato a 9 anni e sono uscito a 15. Sono entrato piangendo e sono uscito contento. Nella mia vita ho attraversato tante strade, che mi hanno accompagnato in luoghi diversi. Mi sono sposato e ho un figlio che amo con tutto il cuore, con la mia dolce metà, però il ricordo di quegli anni non l’ho mai dimenticato.
Fa male sentire e dare giudizi negativi sui bambini definendoli dei matti, in fondo furono sfortunati non matti.
Il mio sarà un ricordo sfortunato. A voi resta il giudizio di una triste storia.
Sono punti di vista. Comunque nessuno ha dato di matto. Io quando sono entrato ero contento tant’è che a momenti non salutai neanche i miei genitori. Il problema è stato dopo
Nessuno difendeva i piccoli matti, così venivano chiamati alla mercede dei più grandi (18 e anche più). Con questo non voglio raccontare i peccati, che qualcuno doveva fermare, ma era così, erano matti capisco, ma le mie lacrime non puliranno l’anima ai vili, ma soltanto al mio cuore e quelli innocenti come me.
Infatti la realtà era proprio questa. E inutile trovare scuse oppure cercare di coprire quello che succedeva realmente. Solo chi ha vissuto in quell’istituto può raccontare la vera verità. Ci sarebbe tanto da scrivere.. Soprattutto quello che nessuno ha mai visto e saputo cosa realmente succedeva.. E non troviamo scuse
Caro Ruggiero, io non ti conosco, vorrei dividere il mio dolore con chi mi sta vicino, ma non vedo nessuno. Una cosa ti chiedo… la mia maestra era una suora, si chiamava Suor Andreita Penazzato. Vorrei posarle un fiore. Se puoi, ti ringraziero’.
La mia maestra si chiamava Del Pra Gianna. Ricordo suor Paola. Suora superiore Emma.
Comunque ho messo una foto di quando si giocava al calcio. Ci sono tanti ragazzi che io ricordo il loro volto ma non il nome. Solo uno, Calo Angelo.
ciao Franco concordo pienamente quello che hai detto io mi sono trovato abbastanza bene no da fare i salti di gioia però a casa mia era peggio i matti erano fuori io adesso abito a este Padova ciao
Sono Lazzaroni Giancarlo di anni 64 ex ospite del collegio che ricordo con nostalgia nonostante tutto ricordo di suor Paola suor Gianna e suor Stefania, anche di Betteghella e anche di tanti altri che ora non ricordo come si chiamano.
Sono stato lì per circa 3 anni, con il mio paesano Boccalari, circa due anni fa sono venuto con mia moglie a Thiene a visitare l’istituto, io sono di Monza mi sono fatto circa 300 km, mi sono commosso e ho fatto delle foto ricordo perché non voglio dimenticare quello che è stato nonostante tutto.
Vorrei che ci sentissimo in tanti per mantenere i ricordi di quei tempi, vi ringrazio e vi do un abbraccio.
Betteghella mi ricordo vagamente. Non so se me lo puoi descrivere. Comunque con il passare del tempo caro Giancarlo ogni tanto ci pensi e ci rifletti. Comunque ho anche ricordi belli mi ero fatto la fidanzatiina si chiamava giordana e aveva anche un fratello più piccolo. Andai anche a trovarla abitava a felonica po’ in provincia di Mantova. E stato un piacere vedere che ogni tanto qualcuno si ricordi e scriva un messaggio. Stavo pensando di creare un gruppo per tutti quelli sono stati in collegio. Ciao e grazie felice natale a tutti in famiglia
Betteghella aveva i capelli castano chiari un po riccioli ricordo aveva un dente incisivo scheggiato davanti.
Comunque ricordo le cinture di scopidu che facevamo belle colorate anche i bracciali, le volande (gli aquiloni) tutti colorati che coprivamo il cielo, e giocare a carrette coi tappi delle bottiglie, potrei andare avanti ancora.
Non so come hai fatto a farti la fidanzatina visto che le femmine erano nell’altro recinto di là della strada.
Ti ringrazio di avermi risposto e se vuoi fare un gruppo di ex sono ben contento hai il mio appoggio. Ti saluto e ti faccio i miei Auguri di buone feste a te e famiglia ciao.
Scusa Lazzaroni io sono Piacenza Giovanni per caso hai conosciuto anche un certo Fasolo io purtroppo non ricordo bene quello che mi ricordo è che ero scappato dal collegio e mi ricordo solo i cognomi. Il quale c’è Fasolo, Lazzaroni e io… fammi sapere se sei tu… altrimenti scusami. Perchè avevo tanta voglia di incontrarti… e ciao, rimango in attesa di una tua risposta grazie. Mi trovi su Facebook.
Giovanni non ricordo di Fasolo e neanche di te, però mi fa piacere sentirti ed è bello ricordare quello che è stato, ti ho cercato su Facebook però siete in tanti dovresti dirmi di dove sei, non so se ti ricordi del mio paesano Boccalari che era lì insieme a me.
Comunque ti ringrazio e ti saluto ciao
Per caso ho trovato questo sito, dopo numerose ricerche.
Sono Fasolo Tullio Luciano, il ragazzino che è scappato con te e Lazzaroni, non mi ricordavo più i vostri cognomi.
Ho voglia anch’io di vedere, incontrare le persone che hanno condiviso con me, quegli anni. Ricordare insieme, perché molte cose, probabilmente le ho rimosse essendo tristi.
Ricordo molto bene la visita del Milan, ci hanno fatto indossare la maglietta della squadra.
Resto in attesa di una tua risposta perché ho provato a cercarti su Facebook ma non so dove abiti.
Ciao Giovanni mi sembra che fasolo abbia risposto. Ciao un abbraccio
ciao io sono Barbierato io ero ospite nei anni 70 e sono uscito nel 75 ho 62 anni la settimana scorsa dopo diversi anni sono andato a fare un giro nel collegio ho visto molti lavori mi sono comosso ci ritornerò io andavo anche a fare il pane ciao
Ciao a tutti io sono Andrea Papaleo di Milano anni 65.
Sono stato in collegio 3 anni 69-70-71, mi ricordo della maestra Belloni e di tante gocce per dormire, ero tremendo pensate sono scappato il giorno della prima comunione e mi hanno preso alla stazione di Vicenza.
Poi ricordo un ragazzino di Pioltello, un certo Gatti, e la mia fidanzatina Concetta, non ricordo il cognome era della Sicilia.
Un abbraccio a tutti.
Spero che ci siano altri amici che riescano a vedere questo sito. Sarebbe bellissimo per poterci raccontare i nostri ricordi belli o brutti che siano. Ciao e grazie a tutti
Ricordo che già nel 70′ era tradizione al mattino di capodanno, entrare all’Istituto Nordera con la banda cittadina dei Padri Giuseppini di Thiene dove suonavo la tromba. Veniva per l’occasione aperto il cancello dell’entrata, si eseguiva un pezzo di musica davanti al palazzo della portineria, poi si proseguiva a passo cadenzato e musica lungo il viale che conduceva su un palazzo sullo sfondo, dopo avere eseguito altri pezzi musicali per gli ospiti , venivamo accolti dalle suore e operatori per un piccolo brindisi, poi si ripercorreva la strada del ritorno attorniati dai piccoli ospiti contenti per la sorpresa musicale.
Mi piacerebbe sapere se la maestra del PRA Gianna sta bene, so che aveva se non sbaglio una sorella penso anche lei prof. Che ricordi con suor Paola quando ci accompagnava nel dormitorio ci si fermava sulle scale e ci diceva che c’era il diavolo che dovevamo pregare. E poi tutti a dormire con la speranza che il giorno dopo sarebbe stato migliore. Ciao a tutti
Mi chiamo Lucia rebezzini io sono stata in quello istituto sono stata molti anni in quello istituto
Mi ricordo che un giorno venne a trovarci un ex del istituto, di cui suor Gianna ne andava matta perché quel ragazzo fece molta strada si chiamava se non ricordo male pelizzaro e giocava nel Inter in serie a. Ciao a tutti se avete qualche foto sarebbe bello rivedere qualche amico o amica, pedico Ruggiero
PELLIZZARO SERGIO (classe 1945)
Sergio Pellizzaro, nato a Montebello Vicentino, ha vissuto all’interno dell’Istituto Nordera di via
Rasa a Thiene, fin dalla tenera età.
Durante una delle frequenti partitelle di calcio che i ragazzi del Patronato Maria Ausiliatrice della
Conca disputavano contro i coetanei che vivevano in istituto, è stato notato dai dirigenti della Robur
(Società Sportiva del Patronato Maria Ausiliatrice).
Ha iniziato così a giocare con il ruolo di attaccante nelle giovanili roburine dove ha militato fino al
1962 quando è passato al Mantova dove ha esordito in Serie A nel 1963 a soli 19 anni.
La stagione successiva è passato all’Empoli in Serie C, quindi al Mantova in Serie B con la
promozione in Serie A. L’anno successivo ha disputato il campionato di Serie A con la Roma,
quindi con il Catanzaro in Serie B. E’ ritornato in A con il Palermo e l’anno dopo è passato all’Inter.
La stagione successiva, ha disputato la finale di Coppa dei Campioni. Quindi è passato all’Atalanta
in Serie A. Le due stagioni successive le ha disputate con nil Perugia in Serie B, con la promozione
in Serie A.
Ha concluso la brillante carriera nel 1978 in Serie B con il Rimini.
mi chiamo Ferrari Luciano di Rovigo sono stato lì 2 anni e ricordo con affetto suor Paola…un ragazzo di Torino che si chiamava Borin ,due fratelli di cognome Mantovan ..Dino e Giuseppe..una ragazza che soffriva di nannismo…non so’ il nome… comunque pochi ricordi positivi perché non venivo trattato bene
Un abbraccio forte, i ricordi belli o brutti rimangono sempre nel cuore ❤
Hai ragione condivido👍
Ciao,sono Maria Grazia D’Angelo… finalmente ho trovato il mio ex collegio tramite internet… Nordera Thiene ho vissuto,x 4 lunghi anni in istituto,io mi ricordo tutto del istituto avevo 10 anni e ne sono uscita a 14 anni ,mi piacerebbe rivedere il collegio c’erano suore mi ricordo di suor Zelmira ,suor Paola ,superiora Emma ,suor Ines la mia maestra era fiorella non so che fine ha fatto ,Lenise Maria grazia
Ciao Maria Grazia D’Angelo, sono Fasolo Luciano, escludi Tullio, il nome che mi hanno dato in Orfanatrofio; la mia storia, sarebbe lunga e non si può commentare online.
Sono contento che anche tu, sia arrivata a questo sito, che ha messo un articolo sul blog, che racconta dell’istituto Nordera.
Ho fatto anch’io delle ricerche, per sapere un po del mio passato, dal momento che ho pochi ricordi, probabilmente li ho rimossi.
Anni fa, sono stato a rivedere l’Istituto, per avere qualcosa in mano del mio passato.
Ora dell’istituto, non c’è nulla, se non qualche edificio, adibito ad altri usi.
Dagli anni ’60 – ’70 ad oggi è passato molto tempo, sarebbe bello incontrarci e parlare di quegli anni, che si sono vissuti e mettere insieme ,ciascuno i nostri ricordi.
Mando un saluto a te e a tutte le persone che hanno commentato.
Sito su Facebook amici e ricordi, di Nordera Thiene
Io ricordo là marzo quando si faceva volare le Volande,tutto il cielo era pieno di tanti colori,e poi le cinture fatte co le scupidoo,i salti con la corda,il giocare con i tappi delle bottiglie personalizzate con la cera,e tante piccole cose che ci divertiva ci si accontentava di poco. Ciao a tutti Lazzaroni giancarlo
ciao Giancarlo si proprio vero il cielo tutto colorato credo che i ragazzi di fuori ci invidiavano ciao