Dal 1922 il Ricreatorio S. Antonio (così era chiamato i primi anni ), continuava la sua opera preziosa di assistenza religiosa morale e civile alla gioventù maschile della « Conca ».
Direttore era Don Pieretto, che nel 1926 aveva fondalo il Circolo cattolico Maria Ausiliatrice, con un centinaio di soci fra effettivi ed aspiranti.
Più tardi diede vita ai fanciulli cattolici, assistiti per decenni dalla signora Cisotto, con vera spirito apostolico. Nessuno si era mai interessato di politica ma purtroppo un triste evento venne a turbare l’ottimo funzionamento del Ricreatorio. Nel 1931 Mussolini, che era al potere, ordinò il censimento della Gioventù Cattolica Italiana associata. Il Presidente del nostro Circolo Cattolico fu minacciato di essere portato in prigione dai Carabinieri, perché non voleva dare il numero dei Soci. Alcuni mesi più tardi tutte le sedi della Gioventù Cattolica d’Italia furono sigillate e quindi proibite le riunioni.
Mussolini aveva trovato un grande numero di iscritti aveva paura di loro. Nel medesimo tempo, cominciò una campagna di maltrattamenti contro Sacerdoti e Giovani Cattolici.
Il nostro insegnante di catechismo e dirigente degli Aspiranti, Battista Vendramini, dovette fuggire e nascondersi a Verona; dopo un contrasto con un fascista, anche gli esploratori furono sciolti.
Le bandiere, gli elenchi ed i verbali delle associazioni furono nascosti nei fienili della fattoria Binotto. Dopo un anno di trattative con alterne vicende, fu permesso di riaprire le Sedi a condizione di cambiare nome alle associazioni cioè: Gioventù Italiana di Azione Cattolica con L’obbligo di portare nelle manifestazioni anche il tricolore italiano a fianco delle bandiere delle singole associazioni.
Le nostre sedi furono aperte e così tutta la Gioventù Cattolica riprese l’attività con l’antico motto: Preghiera, azione, sacrificio.