Ripercorriamo la storia del Rione della Conca di Thiene
La Conca ha una propria storia…
La vecchia Conca
Il nome Conca probabilmente trae le sue origini dall’iniziale conformazione del terreno. Tale denominazione risale al 1300. Dove ora sorge la Chiesetta di San Girolamo, il terreno era più basso rispetto a quello circostante e spesso invaso dall’acqua. Per portare a livello questa “conca” furono necessari innumerevoli carri di terra e ghiaia.
Inizialmente con il nome Conca si identificava una piccola area che andava dalla Piazzetta Martiri della Libertà all’incrocio con via S. Filippo Neri. In seguito il nome è stato esteso a tutto un quartiere che nel corso degli anni è diventato il più grande e popoloso della città.
Attualmente i punti di confine sono: angolo via Dell’Eva/via G. Marconi, via Gombe/via dei Trifogli, ostarìa da Amo/via Val Cismon intersezione con via Genova, via S. Gaetano/lato sud del Bosco/via dei Tigli, il lato sud di via Vanzetti, via Rasa, via De Marchi.
L’attuale via Chilesotti si chiamava contrada Salnitro, perché fra la proprietà della famiglia Chilesotti e la Conceria Munarini, fino a metà dell’800, c’era un impianto per la produzione di salnitro, prodotto utile e ricercato per la produzione della polvere da sparo. Sotto a delle tettoie,veniva ricavato con la fermentazione delle deiezioni degli animali e con l’aggiunta di acqua prelevata dalla vicina roggia.
La Rosola (Rozzola), piccola roggia, che proviene dalla zona di Carrè e che attraversa la Conca, a metà di via Chilesotti all’incrocio con via S. Filippo Neri, nel 1935 esondò per una brentana dopo abbondanti piogge. Con i suoi maleodoranti liquami (serviva infatti anche come fognatura) inondò tutte le povere abitazioni più vicine dopo aver rotto in più punti i deboli argini appena fuori dal muro di cinta dell’Istituto Nordera. Spesso, quando aumentava la quantità di acqua, da sotto il muro di cinta dell’Istituto uscivano varie cose, fra cui i palloni dei ragazzi che vivevano all’interno.
All’inizio di via S. Filippo Neri, davanti alla corte Tiraneli, c’era un ponticello in legno eliminato quando la roggia è stata coperta.
L’acqua della Roggia di Thiene, proveniente dal Monte Summano e da Santorso, passa per il centro della città, attraversa il nostro quartiere e poi, nel retro dell’azienda Brusamarello in via Masere si congiunge alla Rosola, passa sotto la ferrovia ed infine, a sud dell’aeroporto, va a confluire nella roggia Verlata a Rozzampia. Anche per attraversare questa roggia, dietro alla chiesetta di S. Rocco, c’era un ponte in legno con delle alte balaustre.
Fino agli anni ’50, lungo la via Chilesotti, c’erano solamente tre lampade pubbliche: una all’angolo con la Piazzetta, una all’incrocio con via Cul del Saco (S. Giovanni Bosco) ed una all’angolo con via S. Filippo Neri.
Su molte abitazioni, vicino alle sgangherate porte d’ingresso, c’erano delle targhe in latta con impresse alcune regole da rispettare: tenere pulito, non sputare per terra, non bestemmiare.
Nel 1935 è stato asfaltato per la prima volta corso Garibaldi: in Conca via Corradini a fine anni’50 e le altre strade qualche anno dopo. Si ricorda che qualche volta, soprattutto in concomitanza della processione di Maria Ausiliatrice a fine maggio, il Comune provvedeva a far passare per le strade un carro trainato da un cavallo e con una botte veniva sparsa dell’acqua per evitare che si alzasse troppa polvere.
Nel 1953 sono state costruite le fognature in via S. Giovanni Bosco (scavate a mano) e nel 1957 in via S. Gaetano (utilizzando un escavatore).
Nel 1963 sono iniziati i primi allacciamenti alla rete del metano.
Gli edifici storici del quartiere, ancora esistenti, sono: il Palassetto dele ròbe vècie di Dalle Rive (formàjaro di viale Europa) in via De Muri, l’ex Bottonificio Facchinetti in via S. Rocco, il Palazzo Cornaggia e l’adiacente Chiesa di San Girolamo e San Gaetano, l’ex Filanda Rossi, la Chiesa Delle Dimesse dell’ex Istituto Nordera in via De Muri, la Chiesetta di San Rocco.
Uno degli ultimi, importanti interventi eseguiti nella zona più vecchia della Conca è stato, nel 1983, la grande ristrutturazione dell’antica casa colonica della famiglia Balasso da parte della famiglia Lovisetto con l’apertura di una nuova strada ed un negozio di calzature ed abbigliamento.
Purtroppo lungo via Chilesotti non sono molte le abitazioni ristrutturate, in maggioranza sono fatiscenti e parecchie sono disabitate.